Accertamenti per sospette pratiche anticoncorrenziali: vanno registrate le audizioni
I giudici chiariscono che, se le audizioni mirano a raccogliere informazioni relative all’oggetto di un’indagine, la Commissione Europea è tenuta a una registrazione completa

Stop alla Commissione Europea che ha effettuato accertamenti viziati nell’analisi di sospette pratiche anticoncorrenziali. Fatale, nello specifico, l’omessa registrazione di alcune audizioni. Riflettori puntati su alcuni blitz nei locali di diverse imprese francesi del settore della distribuzione, blitz dovuti a sospette pratiche anticoncorrenziali. I giudici sottolineano però l’importante dimenticanza della Commissione Europea che avrebbe dovuto registrare le audizioni da essa svolte con i fornitori di tali imprese per poter utilizzare le informazioni emerse da dette audizioni come indizi relativi ad un’infrazione. A questo proposito, i giudici sottolineano che le audizioni in parola, in considerazione del loro tenore e del loro contesto, miravano a raccogliere informazioni relative all’oggetto di un’indagine e quindi la Commissione Europea era tenuta a una registrazione completa. Tale obbligo trova applicazione a prescindere dal fatto che l’audizione abbia luogo prima dell’apertura formale di un’indagine, al fine di raccogliere indizi di un’infrazione, oppure dopo, al fine di raccogliere prove di un’infrazione, precisano i giudici. In tale contesto, viene poi precisato che la Commissione Europea può registrare le audizioni in ogni forma, compresa quella orale, garantendo così l’efficacia e la celerità dell’indagine. (Sentenze del 9 ottobre 2023 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)