Assegno a carico dell’eredità in favore dell’ex coniuge: necessaria l’esistenza di uno stato di bisogno
Fondamentale accertare che il soggetto destinatario dell’assegno si trovi privo delle risorse economiche occorrenti per soddisfare le essenziali e primarie esigenze di vita
L'assegno, a carico dell'eredità, previsto in favore dell'ex coniuge in precedenza beneficiario dell'assegno di divorzio, avendo natura assistenziale, postula che il soggetto si trovi in stato di bisogno, vale a dire manchi delle risorse economiche occorrenti per soddisfare le essenziali e primarie esigenze di vita. Pertanto, detto assegno va quantificato tenendo conto, oltre che della misura dell'assegno di divorzio, dell'entità del bisogno, dell'eventuale pensione di reversibilità, delle sostanze ereditarie, del numero e della qualità degli eredi e delle loro condizioni economiche. A tale riguardo, l'entità del bisogno deve essere valutata non già con riferimento alle norme dettate da leggi speciali per finalità di ordine generale di sostegno dell'indigenza, bensì in relazione al contesto socio-economico del richiedente l’assegno e del defunto. Questi i paletti fissati dai giudici, chiamati a prendere in esame la domanda di riconoscimento del diritto di una donna a percepire un assegno mensile di 1.500 euro a carico dell’eredità dell’uomo con cui era stata sposata per quasi nove anni, fino a quando era intervenuta la cessazione degli effetti civili del matrimonio con previsione di un assegno divorzile in suo favore di 800 euro al mese. (Ordinanza 23136 del 31 luglio 2023 della Cassazione)