Assegno divorzile all’ex moglie quasi povera
Decisiva la palese debolezza economica della donna, che si ritrova a fronteggiare una situazione patrimoniale delicatissima

Va riconosciuto l’assegno divorzile all’ex moglie che vive poco sopra la soglia di povertà. Decisivo per i giudici il riferimento al fatto che la donna, a fronte dell’età, del basso livello professionale e delle difficili condizioni del mercato del lavoro, non sia in grado di migliorare la propria posizione reddituale. Confermato, nel caso specifico, un assegno di 750 euro che ogni mese l’uomo dovrà versare all’ex moglie. Inequivocabile, secondo i giudici, il quadro relativo alla rispettiva situazione economica dei coniugi. Innanzitutto, viene posta in evidenza la solida situazione economica dell’uomo, il quale ha sostenuto di essere andato in pensione e di percepire, perciò, un importo netto mensile che oscilla tra i 1.900 euro e i 2.100 euro mentre, in realtà, egli, si è appurato, è titolare al 50 per cento di una ‘s.r.l.’, è socio amministratore di una ‘s.n.c.’, è proprietario esclusivo dell’immobile in cui vive e, infine, è percettore di un reddito medio mensile, con riguardo agli ultimi tre anni, pari a 5.840 euro netti mensili. In sostanza, la pensione percepita dall’uomo non ha sostituito le precedenti fonti di reddito ma si è aggiunta agli altri introiti correlati alla qualità di socio e di amministratore dell’azienda di famiglia». Senza dimenticare, poi, i riscontri forniti dalla dichiarazione dei redditi presentata dall’uomo nel 2020 e attestante «un reddito netto di 87.000 euro. Dall’altro lato, poi, c’è, secondo i giudici, la palese debolezza economica della donna, che si ritrova a fronteggiare una situazione patrimoniale delicatissima. Su questo punto i giudici sono netti: in ragione dell’età, del livello professionale e della condizione del mercato del lavoro, la donna non è in condizione di migliorare la propria condizione reddituale, pur trovandosi poco al di sopra della soglia di povertà. (Ordinanza 17505 del 19 giugno 2023 della Cassazione)