Assegno divorzile e componente compensativa

Necessario accertare il nesso tra sperequazione economica fra i coniugi e contributo garantito dal coniuge che chiede l’assegno

Assegno divorzile e componente compensativa

L'assegno divorzile presuppone, nella sua componente compensativa, un rigoroso accertamento del nesso causale tra l'accertata sperequazione fra i mezzi economici dei coniugi e il contributo, fornito dal coniuge che richiede l’assegno, alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio comune e personale di ciascuno dei due coniugi, contributo caratterizzato anche dal sacrificio di aspettative professionali e reddituali. Nel caso specifico preso in esame i giudici hanno accertato la precondizione fattuale rappresentata dalla non autosufficienza economica della ex moglie, 56 anni di età, casalinga, priva di redditi da lavoro e non titolare di immobili, e che si era sempre dedicata alla crescita del figlio della coppia (cui erano stati diagnosticati nel primo anno di vita, difficoltà sensoriali e di linguaggio, che avevano comportato la necessità di esercizi psicomotori e logopedici, con l’aiuto costante della madre), la durata non breve dell’unione coniugale (dodici anni), lo squilibrio reddituale rispetto all’ex marito (titolare attualmente di pensione di 2.000 euro mensili), la impossibilità per la donna di procurarsi un reddito, stante la grande difficoltà, correlata alla età (ed alla mancanza di titoli professionali), di ricollocarsi nel mondo del lavoro. I giudici hanno anche accertato che la sperequazione tra le condizioni patrimoniali dei coniugi era riconducibile all'organizzazione familiare, per effetto della quale la donna si era dedicata in via esclusiva alla famiglia ed alla cura del figlio, che presentava problemi sin dal primo anno di vita, per dodici anni, in difetto di prova contraria circa la non riconducibilità dell’organizzazione della vita coniugale a scelte condivise della coppia. (Ordinanza 19309 del 7 luglio 2023 della Cassazione)

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