Bilanciamento di interessi rispetto all’azione che sostiene il difetto di veridicità del riconoscimento di un figlio
Due sorelle hanno impugnato, per difetto di veridicità, la dichiarazione con cui il loro padre aveva riconosciuto un uomo come suo figlio naturale, nato da una relazione esterna al matrimonio

Nell'azione giudiziaria intrapresa da un soggetto terzo e mirata all’impugnazione per difetto di veridicità del riconoscimento di un figlio nato da genitori non uniti in matrimonio (e già maggiorenne al momento della instaurazione del corrispondente giudizio), il bilanciamento che il magistrato è tenuto ad effettuare tra il concreto interesse del soggetto riconosciuto ed il favore per la verità del rapporto di filiazione non può costituire il risultato di una valutazione astratta e predeterminata, né può implicare, ex se, il sacrificio dell'uno in nome dell'altro, ma impone di tenere conto di tutte le variabili del caso concreto, tra cui il diritto all'identità personale, correlato non solo alla verità biologica ma anche ai legami affettivi e personali interni alla famiglia, al consolidamento della condizione identitaria acquisita per effetto del falso riconoscimento e all'idoneità dell'autore del riconoscimento allo svolgimento del ruolo di genitore. Questo il paletto fissato dai giudici, chiamati a prendere in esame l’azione giudiziaria con cui due sorelle hanno impugnato, per difetto di veridicità, la dichiarazione con cui il loro padre aveva riconosciuto un uomo come suo figlio naturale, nato da una relazione esterna al matrimonio. (Ordinanza 28317 del 10 ottobre 2023 della Cassazione)