Diversità culturale e linguistica: legittimo respingere le proposte avanzate dai cittadini

Confermata la posizione assunta dalla Commissione Europea. Sufficienti le azioni già intraprese dall’Unione Europea

Diversità culturale e linguistica: legittimo respingere le proposte avanzate dai cittadini

La Commissione Europea batte i cittadini europei. I giudici del Tribunale dell’Unione Europea hanno confermato, difatti, la comunicazione con cui la Commissione Europea ha rifiutato di realizzare le azioni richieste nell’iniziativa ‘Minority SafePack - un milione di firme per la diversità in Europa’. Anche per i giudici, difatti, le azioni già intraprese dall’Unione Europea per evidenziare l’importanza delle lingue regionali o minoritarie e promuovere la diversità culturale e linguistica sono sufficienti per conseguire gli obiettivi di tale iniziativa. La proposta avanzata dai cittadini aveva l’obiettivo di invitare l’Unione Europea ad adottare una serie di atti al fine di migliorare la protezione delle persone appartenenti a minoranze nazionali e linguistiche nonché a rafforzare la diversità culturale e linguistica nell’Unione Europea. Nel gennaio del 2021, però, la Commissione ha adottato una comunicazione ad hoc con cui ha rifiutato di intraprendere le azioni, riguardanti in particolare, tra le nove proposte elencate, una raccomandazione del Consiglio, sulla protezione e sulla promozione della diversità culturale e linguistica nell’Unione Europea, una decisione o un regolamento del Parlamento e del Consiglio avente ad oggetto la creazione di un centro per la diversità linguistica nel settore delle lingue regionali e minoritarie, finanziato dall’Unione e incaricato di promuovere la diversità a tutti i livelli, una modifica della legislazione dell’Unione al fine di garantire la quasi parità di trattamento tra gli apolidi e i cittadini dell’Unione e una modifica della direttiva sui servizi di media audiovisivi, al fine di garantire la libera prestazione dei servizi e la ricezione di contenuti audiovisivi nelle regioni in cui risiedono le minoranze nazionali. (Sentenza del 9 novembre 2022 del Tribunale dell’Unione Europea)

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