Donna immatura e non in grado di rimediare alle proprie carenze come madre: legittima l’adottabilità della figlia

Secondo i giudici, poi, l’eventuale ripresa dei contatti con la madre biologica potrebbe attivare nella bambina sentimenti di precarietà e di provvisorietà, pregiudizievoli alla creazione di un sano e rassicurante legame di appartenenza alle figure genitoriali adottive

Donna immatura e non in grado di rimediare alle proprie carenze come madre: legittima l’adottabilità della figlia

Se la madre si mostra immatura, incostante e incapace di recuperare la propria idoneità come figura genitoriale, allora l’adottabilità è lo strumento per tutelare il presente e il futuro della figlia. I giudici hanno ritenuto, nel caso preso in esame, inutili le obiezioni proposte dalla donna, le cui carenze come madre sono palesi. Evidente, difatti, la sua difficoltà a intraprendere e portare avanti un serio percorso di recupero della propria capacità genitoriale. Per chiudere il cerchio, poi, i giudici aggiungono che la ripresa dei contatti con la madre biologica potrebbe attivare nella bambina sentimenti di precarietà e di provvisorietà, pregiudizievoli alla creazione di un sano e rassicurante legame di appartenenza alle figure genitoriali adottive. Tirando le somme, non si può fare altro che prendere atto della circostanza che la donna non ha mai posto rimedio alla propria incostanza, immaturità, incapacità di reggere – in un periodo sufficientemente lungo – nell’osservanza di un serio tentativo di recupero dell’idoneità genitoriale. In questa ottica viene richiamato, a mo’ di esempio, l’allontanamento della donna dalla comunità ove era ospitata insieme alla figlia. In quell’occasione le era stato manifestato sostegno e soccorso dai Servizi sociali, soccorso che lei aveva rifiutato, annotano i giudici, i quali aggiungono che tali dettagli confermano, ancora una volta, l’incapacità della donna di prendersi cura della figlia. (Ordinanza 33148 del 10 novembre 2022 della Corte di Cassazione)

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