Espropriazione di bene immobile culturale con area latistante: necessario adottare differenti criteri indennitari
Va esclusa la possibilità di adottare un criterio indennitario unico, fondato sulla natura e sul valore della cosa principale

Se oggetto di espropriazione è un bene immobile culturale con area latistante, vanno adottati differenti criteri indennitari, atteso che il manufatto costituisce un'entità economica da apprezzarsi come bene autonomo, il cui valore deve essere considerato in aggiunta al valore del suolo, effettuando la liquidazione con riferimento al valore di mercato per l'edificio (comprensivo dell'area di sedime su cui esso insiste e che ne costituisce parte integrante), laddove, quanto all'area pertinenziale, la medesima liquidazione va effettuata in relazione alla sua autonoma valenza sul piano economico. Va esclusa, quindi, la possibilità di adottare un criterio indennitario unico, fondato sulla natura e sul valore della cosa principale. Tale principio investe, precisano i giudici, anche le aree pertinenziali che siano espropriate da sole o unitamente al fabbricato, le quali, se possiedono autonome potenzialità di sfruttamento, sono comunque indennizzabili secondo i criteri imposti dalla loro natura. Così i giudici hanno preso posizione in merito al contenzioso concernente un bene espropriato - un castello - ridotto allo stato di rudere ma catalogato, comunque, come bene culturale. (Ordinanza 7846 del 17 marzo 2023 della Corte di Cassazione)