Guerra in Ucraina, no alle misure restrittive nei confronti della madre del mercenario
I giudici sottolineano che il legame tra l’uomo e la madre si basa unicamente sul loro vincolo di parentela e non è dunque sufficiente per giustificare l’inserimento della donna negli elenchi controversi dei soggetti destinatari delle misure restrittive adottate nei confronti della Russia

Illogico applicare le misure restrittive adottate contro la Russia, a seguito della guerra mossa all’Ucraina, anche alla madre del mercenario che è andato a combattere in questo conflitto schierandosi con le armate di Putin. Così i giudici comunitari hanno annullato le misure restrittive applicate, a seguito della guerra mossa dalla Russia all’Ucraina, alla signora Violetta Prigozhina, madre di quel Yevgeniy Prigozhin che è responsabile dello schieramento dei mercenari del ‘Wagner Group’ in Ucraina e che ha tratto vantaggio da grandi contratti pubblici con il Ministero della Difesa russo a seguito dell’annessione illegale della Crimea da parte della Russia e dell’occupazione dell’Ucraina orientale da parte di separatisti appoggiati dalla Russia. I giudici riconoscono che Prigozhin si è responsabile di azioni che hanno compromesso l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, ma aggiungono che il legame tra lui e la signora Prigozhina, come accertato al momento dell’adozione delle misure restrittive, si basa unicamente sul loro vincolo di parentela e non è dunque sufficiente per giustificare l’inserimento della donna negli elenchi controversi dei soggetti destinatari delle misure restrittive adottate nei confronti della Russa. (Sentenza dell’8 marzo 2023 del Tribunale dell’Unione Europea)