Il mancato contributo di mantenimento dei figli da parte dell’uomo non legittima l’aumento dell’assegno divorzile in favore della donna

Confermata, nello specifico, la cifra stabilita in sede di separazione. Decisiva anche la mancata modifica della condizione economico-patrimoniale dei due coniugi

Il mancato contributo di mantenimento dei figli da parte dell’uomo non legittima l’aumento dell’assegno divorzile in favore della donna

Niente aumento dell’assegno divorzile rispetto a quanto stabilito in sede di separazione, nonostante la precisa richiesta avanzata dall’ex moglie, se la condizione economico-patrimoniale dei due coniugi non si è modificata nel corso degli anni. Irrilevante, chiariscono i giudici, il riferimento, fatto dalla donna, al mancato versamento, da parte dell’uomo, del contributo di mantenimento dei figli. Quest’ultima omissione non può, difatti, comportare l’automatico incremento dell’importo relativo all’assegno divorzile. A depotenziare ulteriormente l’istanza avanzata dalla donna è stata, nel caso preso in esame dai giudici, anche la constatazione che ella è divenuta proprietaria di un appartamento e ha potuto concludere l’operazione immobiliare grazie ai risparmi forniti dalla famiglia. I giudici precisano che l’ipotesi di un incremento dell’80% dell’assegno divorzile rispetto a quello previsto in sede di separazione non era, nel caso specifico, plausibile, vista l’assenza di una modifica negli anni delle condizioni economiche dei due coniugi e la carenza di elementi che consentissero di ritenere inadeguato l’importo stabilito, cioè 500 euro ogni mese, e sempre tenendo presente il contributo fornito dalla donna alla vita familiare. (Ordinanza 34619 del 24 novembre 2022 della Corte di Cassazione)

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