Il nome Pablo Escobar non può essere registrato come marchio

La questione è sorta nel 2021 quando una società in sede in Puerto Rico ha chiesto all'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) la registrazione del nome “Pablo Escobar” come marchio dell'Unione europea per una vasta gamma di prodotti e servizi.

L'EUIPO ha rifiutato la registrazione poiché il marchio era contrario all'ordine pubblico e al buon costume. L’Ufficio si è basato sulla percezione del pubblico spagnolo, sottolineando il di un’associazione di questo nome al traffico di droga e al narcoterrorismo in virtù delle vicissitudini del noto boss della droga e del narcotraffico.

La società ha impugnato il rifiuto dinanzi al Tribunale dell'Unione europea, ma i giudici hanno confermato la decisione dell’Ufficio.

Secondo il Tribunale, l'EUIPO poteva basarsi, «nella sua valutazione sulla percezione degli spagnoli ragionevoli, dotati di soglie medie di sensibilità e di tolleranza e che condividono i valori indivisibili e universali sui quali si fonda l'Unione (la dignità umana, la libertà, l’uguaglianza e la solidarietà, nonché i principi di democrazia e di Stato di diritto e il diritto alla vita e all'integrità fisica)».

Di conseguenza, l’EUIPO «ha correttamente considerato che tali persone assocerebbero il nome di Pablo Escobar al traffico di droga e al narcoterrorismo, oltre che ai crimini e alle sofferenze che ne derivavano, piuttosto che alle sue eventuali buone azioni a favore dei poveri in Colombia».

Il marchio sarebbe quindi «percepito come in contrasto con i valori e le norme morali fondamentali prevalenti nella società spagnola. Il Tribunale aggiunge che il diritto fondamentale di Pablo Escobar alla presunzione di innocenza non è stato violato, in quanto, pur non essendo mai stato penalmente condannato, egli è pubblicamente percepito, in Spagna, come un simbolo della criminalità organizzata, responsabile di numerosi reati».