La CEDU critica l’inattività statale nel caso di un suicidio dopo una violenza domestica

La Corte Europea dei Diritti Umani ha esaminato un caso molto delicato: il suicidio di una giovane donna, avvenuto dopo che aveva denunciato le violenze subite dalla suocera e dal marito

La CEDU critica l’inattività statale nel caso di un suicidio dopo una violenza domestica

La Corte ha stabilito che le autorità del paese dove è avvenuto il fatto non hanno protetto adeguatamente la donna e non hanno condotto un'indagine penale efficace. Infatti, anche nel 2022, le indagini erano ancora in corso senza che fossero state prese misure concrete o che qualcuno fosse stato accusato di istigazione al suicidio.

La CEDU ha trovato una violazione dell'articolo 2 della Convenzione Europea dei Diritti Umani, che riguarda il diritto alla vita, in particolare per quanto riguarda l'obbligo di condurre un'indagine adeguata. La madre della vittima, che ha cercato giustizia per sua figlia, non ha ancora ottenuto risposte.

La storia della giovane donna è tragica. La suocera aveva fatto credere al figlio che la moglie lo tradisse, solamente perché lei tornava a casa tardi per via del lavoro. La donna aveva chiamato la polizia per denunciare un'aggressione, ma una settimana dopo è stata trovata impiccata. L'autopsia ha rivelato le violenze subite poco prima della sua morte.

Ci sono stati molti dubbi fin dall'inizio sulla natura del suo decesso, ma nessuno è stato ancora accusato. La polizia e l'ambulanza sono state chiamate con ritardo il giorno del ritrovamento del corpo. La madre della vittima si è costituita parte civile nel procedimento penale, ma, nonostante ciò, non sono stati fatti progressi significativi nelle indagini.

La CEDU ha criticato lo Stato per la sua inattività, poiché l'inchiesta è ancora aperta dopo sei anni e ormai è diventata inattuabile a causa della prescrizione ed ha ribadito l'importanza di indagini tempestive e approfondite in casi di violenza domestica. Inoltre, le indagini devono essere condotte con particolare diligenza per proteggere le prove.

È stato anche sottolineato che è essenziale che le indagini non lascino impuniti gli atti di violenza e che mantenere la fiducia nell'ordine legale richiede indagini rapide e senza ritardi inutili. La violenza domestica richiede una particolare attenzione e le indagini devono essere condotte con energia.

In questo caso, la Corte ha trovato che l'indagine non è stata né tempestiva né adeguata. Non sono state prese misure adeguate dopo i primi due anni e l'inchiesta si è fermata senza accuse o archiviazioni. La madre della vittima è stata lasciata senza mezzi per difendere i suoi diritti e ottenere giustizia per sua figlia. La prescrizione ha ulteriormente indebolito le possibilità di giustizia, e la mancanza di un'indagine adeguata è stata vista come una mancanza di volontà di scoprire la verità sulla morte della giovane donna.

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