Lo Stato viola i paletti comunitari sulla qualità dell’aria: niente risarcimento per il cittadino

Tuttavia, i singoli cittadini devono poter ottenere dalle autorità nazionali, eventualmente agendo dinanzi ai giudici competenti, che esse adottino le misure richieste ai sensi delle direttive comunitarie

Lo Stato viola i paletti comunitari sulla qualità dell’aria: niente risarcimento per il cittadino

Niente risarcimento per il privato cittadino dell’Europa se lo Stato di appartenenza viola i paletti fissati a livello comunitario in materia di qualità dell’aria. Ciò perché le direttive europee che stabiliscono norme per la qualità dell’aria e dell’ambiente non sono, in quanto tali, preordinate a conferire ai singoli cittadini precisi diritti la cui violazione possa dare loro diritto a un risarcimento. Tuttavia, i singoli cittadini devono poter ottenere dalle autorità nazionali, eventualmente agendo dinanzi ai giudici competenti, che esse adottino le misure richieste ai sensi di tali direttive, precisano ancora i giudici. Queste le conclusioni tratte alla fine del procedimento riguardante l’iniziativa di un uomo, residente nella regione di Parigi, che, in sostanza, ha accusato lo Stato francese di non avere provveduto affinché i livelli di biossido di azoto (NO2) e polveri sottili (PM10) nell’aria non superassero i valori limite applicabili uniformemente in tutta l’Unione Europea e ha chiesto perciò un risarcimento pari a 21.000.000 di euro, sostenendo di avere subito un danno derivante dal deterioramento del suo stato di salute, fin dal 2003, causato dal degrado della qualità dell’aria nell’agglomerato di Parigi. (Sentenza del 22 dicembre 2022 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)

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