Mesi di coabitazione e poi moglie e marito si prendono e si lasciano: va esclusa la riconciliazione post separazione

Illogico ipotizzare una effettiva ricostituzione del consorzio familiare attraverso la ricomposizione della comunione coniugale di vita

Mesi di coabitazione e poi moglie e marito si prendono e si lasciano: va esclusa la riconciliazione post separazione

Il prendersi e lasciarsi, quasi come due fidanzatini, non può certo consentire di ipotizzare una riconciliazione post separazione tra moglie e marito, nonostante il periodo di coabitazione sotto lo stesso tetto. Confermato perciò il divorzio, essendo illogico ipotizzare una effettiva ricostituzione del consorzio familiare attraverso la ricomposizione della comunione coniugale di vita. Respinta la visione proposta dalla moglie e mirata a vedere riconosciuta una riconciliazione col marito. La donna ha sostenuto che la coabitazione e il ripristino del consortium vitae tra lei e il consorte erano ripresi subito dopo la separazione, per iniziativa del marito e per un periodo continuativo e ininterrotto di circa dieci mesi, e ha aggiunto poi che le nuove liti e il prendersi e lasciarsi tra lei e lui si riferivano ad un periodo successivo a quello dei dieci mesi in cui era ripresa la coabitazione e la comunione materiale e spirituale come coniugi. I giudici ribattono che ella non ha, in realtà, fornito la prova della ricostituzione del consorzio familiare attraverso la ricomposizione della comunione coniugale di vita, ovvero la ripresa di relazioni reciproche, oggettivamente rilevanti, tali da comportare il superamento delle condizioni che avevano reso intollerabile la prosecuzione della convivenza. (Ordinanza 27963 del 23 settembre 2022 della Cassazione)

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