Minorenni ordinano alcolici nel locale e poi li consumano fuori: multa per la titolare del wine bar
Esclusa l’ipotesi di una impossibilità di sanzionare la somministrazione di alcolici all’interno dell’esercizio commerciale

Su questo punto i giudici sottolineano che il legislatore ha utilizzato il concetto di vendita in un’accezione omnicomprensiva, che include tanto la vendita destinata all’asporto, quanto quella destinata alla consumazione immediata, in conformità con la ratio volta ad impedire qualunque forma di cessione a titolo oneroso di bevande alcoliche ai minori di 18 anni. Respinta la tesi difensiva, mirata a porre in evidenza la differenza tra la mera somministrazione e la vendita. I giudici chiariscono che il riferimento alla vendita, contenuto nella disposizione normativa, non può intendersi nel senso di escludere l’applicazione della sanzione nel caso di consumo all’interno del locale. Somministrazione e vendita sono pari, secondo i giudici, poiché sia in un caso che nell’altro va sanzionato il titolare del locale dove soggetti minorenni hanno potuto tranquillamente ricevere in mano bevande alcoliche per poi uscire all’esterno, mentre nessuno ha pensato di chiedergli un documento di identità per verificare la loro età. Esclusa, quindi, l’ipotesi di una impossibilità di sanzionare la somministrazione di alcolici all’interno dell’esercizio commerciale. Su questo punto i giudici sottolineano che il legislatore ha utilizzato il concetto di vendita in un’accezione omnicomprensiva, che include tanto la vendita destinata all’asporto, quanto quella destinata alla consumazione immediata, in conformità con la ratio volta ad impedire qualunque forma di cessione a titolo oneroso di bevande alcoliche ai minori di 18 anni. (Ordinanza 21076 del 4 luglio 2022 della Corte di Cassazione)