Moglie si divide tra famiglia e lavoro, marito può dedicarsi alla carriera: assegno divorzile per la donna
Appurata, secondo i giudici, l'incidenza causale della dedizione della donna alle incombenze familiari sulla sua difficile situazione economico-patrimoniale

Sacrosanto l’assegno divorzile per la moglie che durante il matrimonio si è sacrificata, conciliando il proprio lavoro con gli impegni familiari e la cura della prole, e così ha consentito al marito di portare avanti una carriera complessa, e caratterizzata dal precariato iniziale, come quella di giornalista. I giudici hanno analizzato le posizioni reddituali dei due coniugi, rilevandone un significativo divario (circa 4.000 euro mensili per il marito e circa 1.800 euro mensili per la moglie), e hanno poi sottolineato l'apporto fornito dalla donna al ménage familiare, riconoscendole per questo il diritto all'assegno divorzile. In questa prospettiva si è dato rilievo a talune circostanze ritenute pacifiche, quali la dedizione della moglie, di professione insegnante, alla cura della famiglia e della figlia, l’apporto economico e personale da lei dato alla carriera del marito, contrassegnata nella fase iniziale da contratti a tempo determinato della durata di nove mesi e da stipendi molto bassi, nonché dall’impegno lavorativo in orari notturni ed in zone di guerra come inviato. In conclusione, appurata l'incidenza causale della dedizione alle incombenze familiari sulla situazione economico-patrimoniale della donna, tale apporto va compensato, secondo i giudici, con l’erogazione dell’assegno commisurandolo alla durata del matrimonio e alle disponibilità economiche dell’uomo. (Ordinanza 8362 del 23 marzo 2023 della Corte di Cassazione)