Niente alimenti dai genitori anche se la figlia adottiva e suo marito hanno solo lavori saltuari
Necessario tenere presente che la donna e il coniuge fruiscono in termini continuativi di contributi solidaristici da enti di beneficenza

I problemi lavorativi della figlia – adottiva – e di suo marito, costretti entrambi ad occupazioni saltuarie e precarie, non bastano per obbligare mamma e papà della ragazza a versarle un assegno mensile di 200 euro a titolo di alimenti Necessaria, invece, una valutazione più ampia della situazione economica della donna e della sua famiglia, che include non solo il marito ma anche due figli minorenni. I riflettori dovranno essere puntati sui redditi da lavoro della donna e dell’uomo, sul rifiuto opposto da quest’ultimo a una opportunità di impiego e sulla possibilità per la coppia di fare affidamento sul sostegno economico offerto da enti di beneficenza e dalla famiglia dell’uomo. I giudici ritengono illogico il passaggio da un’oggettiva precarietà occupazionale, contrassegnante la redditualità di entrambi i coniugi, alla conclusione che per l’uomo la declinazione di un’opportunità lavorativa non avrebbe spiegato rilevanza, poiché non ne avrebbe mutato la condizione in quella di stabile occupato. Essi aggiungono poi che moglie e marito fruiscono in termini continuativi di contributi solidaristici, sia di enti di beneficenza sia della famiglia dell’uomo. (Ordinanza 33789 del 16 novembre 2022 della Corte di Cassazione)