‘Olimpiadi’ invernali di Sochi: l’aggressione ai danni delle ‘Pussy Riot’ fu una violazione dei diritti umani

Russia condannata a risarcire le componenti della band punk. A compiere quell’aggressione furono i cosacchi, finanziati e strettamente controllati dallo Stato quando coinvolti nel mantenimento dell’ordine pubblico

‘Olimpiadi’ invernali di Sochi: l’aggressione ai danni delle ‘Pussy Riot’ fu una violazione dei diritti umani

La violenta aggressione subita dalla band punk ‘Pussy Riot’ per mano di un gruppo di cosacchi durante le ‘Olimpiadi’ invernali di Sochi va catalogata come una palese violazione dei diritti umani. Consequente la condanna della Russia, obbligata a risarcire le cinque componenti della band. Nello specifico, mentre eseguivano una nuova canzone a Sochi, durante le ‘Olimpiadi’ invernali del 2014, le ‘Pussy Riot’ erano state afferrate, spinte e tirate, colpite con una frusta e spruzzate in faccia con gas al peperoncino. A compiere quell’aggressione erano stati i cosacchi che, finanziati e strettamente controllati dallo Stato quando sono coinvolti nel mantenimento dell’ordine pubblico, avevano prestato assistenza alla polizia durante la manifestazione. Proprio per questo, i giudici hanno ritenuto lo Stato responsabile dell’uso della forza da parte dei cosacchi, concretizzatosi in un’aggressione che non era giustificata in alcun modo modo e che aveva impedito alla band di eseguire la loro canzone di protesta e di agire pacificamente e di esercitare la propria libertà di espressione. I giudici hanno anche sottolineato che l'attacco compiuto cosacchi, che era stato particolarmente violento, non aveva causato solo dolore alle ‘Pussy Riot’ ma le aveva anche umiliate e spaventate, sottoponendole ad un trattamento degradante. (Sentenza del 29 agosto 2023 della Corte europea dei diritti dell’uomo)

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