Papà divorziato e oberato di lavoro: impossibile per lui pretendere di trascorrere più tempo d’estate col figlio

I giudici sottolineano l’assenza di un impegno, da parte del genitore professionalmente molto impegnato, a trascorrere personalmente col figlio il maggior periodo richiesto

Confermata la decisione con cui si è sancito che il figlio potrà stare col genitore solo per tre settimane durante le vacanze estive. Irrilevante, in questa ottica, il fatto che l’uomo abbia la disponibilità di una casa al mare e di una casa in montagna. Decisive proprio le dichiarazioni dell’ex moglie, la quale ha spiegato che l’uomo è oggettivamente impossibilitato, in ragione dei costanti impegni lavorativi, a trascorrere un mese mezzo col figlio durante l’estate. Inutili le obiezioni proposte dall’uomo. Nello specifico, i magistrati chiariscono che non è sufficiente, per invocare il riconoscimento di un maggiore periodo di permanenza del figlio presso di sé durante le vacanze estive rispetto alle tre settimane previste, l’allegata circostanza di disporre di una casa al mare e di una in montagna dove il figlio ha sempre trascorso, durante l’unione dei genitori, lunghi periodi di vacanza, se vi è l’assenza di un impegno, da parte del genitore professionalmente molto impegnato, a trascorrere personalmente col figlio il maggior periodo richiesto. (Ordinanza 15878 del 6 giugno 2023 della Cassazione)

news più recenti

Mostra di più...