Possibile differenziare la retribuzione tra i magistrati in base all’epoca di assunzione
Impossibile, secondo i giudici, ipotizzare una discriminazione in ambito lavorativo

La direttiva comunitaria che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro deve essere interpretata nel senso che essa non si applica a una normativa nazionale che comporta che la retribuzione percepita da taluni magistrati assunti dopo l’entrata in vigore di tale normativa sia inferiore a quella di magistrati assunti prima dell’entrata in vigore di quest’ultima, posto che non ne deriva alcuna discriminazione diretta o indiretta fondata sull’età. Ciò perché la direttiva osta a una discriminazione, fondata su religione o convinzioni personali, handicap, età o tendenze sessuali, per quanto concerne l’occupazione e le condizioni di lavoro. I giudici sono stati chiamati a prendere in esame una controversia che in Romania ha visto contrapposti sette magistrati e una Corte d’appello e altri quattro organi giurisdizionali rumeni in qualità di datori di lavoro di tali magistrati in merito a una domanda diretta, a titolo di un’asserita discriminazione in materia di occupazione, ad ottenere la condanna di tali organi giurisdizionali a versare ai magistrati un’indennità equivalente alla differenza tra il loro stipendio effettivamente percepito e quello che essi sostengono avrebbero dovuto percepire conformemente a una precisa normativa nazionale. (Sentenza del 20 ottobre 2022 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)