Rifugiati respinti: per loro nessun risarcimento da parte di ‘Frontex’
Niente risarcimento a carico di ‘Frontex’ - agenzia europea della guardia di frontiera e costiera - per alcuni rifugiati siriani che hanno lamentato il danno subito per il loro respingimento dalla Grecia verso la Turchia

I giudici precisano che l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera non può essere ritenuta responsabile di eventuali danni connessi al respingimento subito dai rifugiati. Nella delicata materia relativa alle operazioni di rimpatrio, difatti, ‘Frontex’ non è competente a valutare la fondatezza delle decisioni né le domande di protezione internazionale, e, quindi, tale agenzia dell'Unione Europea non può essere ritenuta responsabile di eventuali danni connessi al respingimento subito dai rifugiati. In sostanza, la condotta contestata a ‘Frontex’ non può aver causato direttamente l’asserito danno subito dai rifugiati siriani, corrispondente alle spese da loro sostenute in Turchia e in Iraq e al loro sentimento di angoscia legato in particolare al volo di rimpatrio verso la Turchia. Per quanto riguarda le operazioni di rimpatrio, difatti, ‘Frontex’ ha soltanto il compito di fornire sostegno tecnico e operativo agli Stati dell’Unione Europea. Questi ultimi sono invece i soli competenti a valutare la fondatezza delle decisioni di rimpatrio e ad esaminare le domande di protezione internazionale. I rifugiati siriani hanno errano, quindi, secondo i giudici, nel ritenere che, senza le asserite violazioni di ‘Frontex’, essi non sarebbero stati illegittimamente respinti verso la Turchia e non avrebbero subito il danno materiale e morale dedotto, poiché avrebbero ottenuto la protezione internazionale a cui aspiravano, tenuto conto della situazione in Siria. Inoltre, non si può ritenere che il danno materiale e morale asserito, relativo, da un lato, alle spese di locazione e di arredamento in Turchia, ai compensi pagati ai trafficanti per recarsi in Iraq e alle spese connesse alla vita quotidiana in tale Paese, nonché, dall'altro, al sentimento di paura e di sofferenza legato al loro viaggio estremamente difficile e pericoloso verso l'Iraq, derivi direttamente dalla condotta contestata a ‘Frontex’. (Sentenza del 6 settembre 2023 del Tribunale dell’Unione Europea)