Bibbia scritta sotto l’effetto di alcol e stupefacenti: intervista non blasfema
Stato condannato a risarcire la cantante pop finita sotto accusa per le dichiarazioni rilasciate

La dichiarazione shock rilasciata da una cantante pop durante un’intervista non è sufficiente per parlare di blasfemia. Condannato perciò lo Stato, che ha censurato l’intervista, a risarcire l’artista versandole 10.000 euro. Per i giudici allo Stato – la Polonia, per la precisione – va contestata una palese violazione della libertà di espressione sancita dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Ciò perché le dichiarazioni della cantante, mirate a sostenere che gli autori della Bibbia abbiano scritto sotto l’effetto di alcol e stupefacenti, sono state rilasciate in risposta a domande sulla sua vita privata, in un linguaggio frivolo e colorito, e pensando al suo giovane pubblico, mentre in esse non sono rinvenibili incitamenti all’odio o all’intolleranza religiosa. Per i giudici, quindi, è palese l’errore compiuto dai magistrati nazionali, i quali hanno catalogato come blasfema l’intervista ma così facendo hanno interferito con la libertà di espressione della cantante. (Sentenza del 15 settembre 2022 della Corte europea dei diritti dell’uomo)