Coltivazione domestica di cannabis per uso terapeutico: legittimi i controlli severi dello Stato
Nessuna censura per la condanna nei confronti di un uomo, costretto su una sedia a rotelle, trovato a consumare cannabis senza prescrizione medica

Legittimo per lo Stato applicare controlli severi anche in caso di utilizzo di droghe – cannabis, nello specifico – a scopo terapeutico. Respinte, nel caso preso in esame dai giudici, le accuse rivolte alla Svezia per una condanna, con annessa ammenda, inflitta a un uomo, costretto su una sedia a rotelle dal 1994 a causa della frattura al collo riportata a seguito di un terribile incidente stradale, che ha deciso di coltivare in casa la cannabis per un uso personale mirato a ridurre i dolori sopportati quotidianamente e a migliorare la sua qualità di vita. I giudici riconoscono che l’uomo ha affermato che stava assumendo la cannabis per alleviare il dolore, ma, aggiungono, egli non aveva una prescrizione in tal senso. Ciò che conta, però, secondo i giudici, è che le autorità statali hanno correttamente bilanciato il bisogno dell’uomo di alleviare il dolore e la necessità dello Stato di controllare il settore della cannabis. Tirando le somme, vero che l’uomo ha scelto di coltivare la cannabis a casa, assumendo alla fine 0,2 grammi con il caffè al mattino e alla sera e che ciò gli ha portato una migliore qualità della vita e gli ha dato la possibilità di tornare a lavorare a tempo pieno, ma legittimamente lo Stato lo ha accusato di fabbricazione, detenzione e consumo di stupefacenti. (Sentenza del 1° settembre 2022 della Corte europea dei diritti dell’uomo)